Archivi tag: diversità

Spazi aperti per l’accoglienza e la valorizzazione delle diversità

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Diversità è una parola con molte accezioni, ampiamente studiata dalle scienze sociali, ma anche dalle cosiddette “scienze dure”.

Su di essa si basa il processo di riconoscimento sociale, il senso di appartenenza ad un gruppo.  Così come, al contrario, la diversità può accendere sentimenti di divergenza, di rifiuto di ciò che si allontana da quella normalità che conosciamo e che ci è familiare.

Nel 2001 la Dichiarazione Universale UNESCO sulla Diversità Culturale ha stabilito che “fonte di scambi, d’innovazione e di creatività, la diversità culturale è, per il genere umano, necessaria quanto la biodiversità per qualsiasi forma di vita. In tal senso, essa costituisce il patrimonio comune dell’Umanità e deve essere riconosciuta e affermata a beneficio delle generazioni presenti e future”.

Nella realtà quotidiana ci rendiamo conto però di quanto questo sia difficile e di come le diversità (culturali, ma anche religiose, economiche, ecc…) siano molto spesso interpretate come minacce piuttosto che come risorse, alimentando così conflitti: interpersonali, di gruppo, trans-nazionali.

Urban diversity:  Copenhagen’s Superkilen Urban Park by BIG + Topotek1 + Superflex (fonte: http://flash.big.dk/projects/suk/)

Urban diversity: Copenhagen’s Superkilen Urban Park by BIG + Topotek1 + Superflex (fonte: http://flash.big.dk/projects/suk/)

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Hope e Will: favola bella di un giardino rinato

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Ci sono storie che fanno bene al cuore, e che si vorrebbe veder pubblicate su ogni quotidiano, anche solo come riposante intermezzo tra le vicende di un politico corrotto, le quotazioni sempre in calo delle borse e le funeste previsioni riguardo al nostro imminente futuro.

Ma a raccontarle, queste storie, si rischia che la principessa venga rinchiusa nella torre, che il fidato scudiero venga bandito dal regno e che il giardino incantato torni ad essere una selva oscura, così ci si deve accontentare di trasformarle in favole, da raccontare la sera ai bambini, per rassicurarli che ancora, talvolta, il bene riesce a prevalere sul male, la giustizia sulla legge, il buon senso sulla stupidità.

Dunque…c’era una volta a Firenze un grande giardino monumentale che, abbandonato per anni, era andato in rovina, trasformandosi in uno spazio trascurato e incolto.

The secret garden, illustrated by Inga Moore

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The Florentine Declaration on Landscape: from the monument to the people

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Si è concluso ieri il Convegno internazionale UNESCO dal titolo“The International Protection of Landscapes” , svoltosi nei giorni scorsi a Firenze in occasione del 40° anniversario della prima Convenzione Mondiale del Patrimonio.

Il convegno, organizzato dall’International Traditional Knowledge Institute (ITKI), ha posto l’accento su quella che Pietro Laureano (presidente dell’ITKI e consulente UNESCO) ha definito una “nuova visione del paesaggio” che sposta finalmente l’ottica “dai monumenti alle persone”.

La cornice entro cui si sono svolte le giornate di studio è infatti quella dell’evoluzione che ha avuto negli ultimi quarant’anni il concetto di “cultural heritage”, a partire proprio dalla Convenzione UNESCO sulla Protezione del patrimonio culturale e naturale del 1972.

Convegno internazionale UNESCO “The International Protection of Landscapes”

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Taneka Beri. Il valore della diversità

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Quest’anno, nella sua ventiduesima edizione, il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino ha scelto quale vincitore, un villaggio dell’Africa occidentale subsahariana: Taneka Beri, nel Benin.

Un luogo sconosciuto, che ha avuto origine nel Diciottesimo secolo quale rifugio dai razziatori di schiavi provenienti dal sud, è balzato improvvisamente agli onori della cronaca, grazie ad un prestigioso premio nato per contribuire a elevare e diffondere la cultura del “governo del paesaggio”,  e dedicato a luoghi di alto valore naturalistico, storico e culturale.

Una scelta coraggiosa, quella della giuria, a tratti sorprendente, ma che, in fondo, è logica conseguenza della linea tracciata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche http://www.fbsr.it/,  promotrice dal 1994 del Premio Scarpa, il cui intento dichiarato non è tanto quello di premiare il talento del singolo, quanto il dare riconoscimento al

“lavoro intellettuale e manuale necessario per governare le modifi­ca­zioni dei luoghi, per salvaguardare e valorizzare i patrimoni autentici di natura e di memo­ria; lavoro ancora privo di statuto scientifico e di curriculum formativo, nel quale conflui­scono le scienze, le tecniche, le arti e i mestieri più diversi; lavoro che si svolge attraverso l’identificazione dei segni e dei caratteri costitutivi dei siti, la conterminazione dei loro am­biti; lavoro che prevede atti creativi, programmi lungimiranti di rinnovo, pratiche quotidiane di cura e manutenzione, norme che regolano la convivenza, nello stesso luogo, di patrimoni naturali, sedimenti culturali e presenze umane; lavoro che rifugge da ogni fenomeno effi­mero o ricerca d’effetto, e che trova il suo difficile parametro nella lunga durata; lavoro che ricerca l’equilibrio tra conservazione e innovazione, in condizioni di continua mobilità del gusto e di permanente trasformazione del ruolo che la natura e la memoria esercitano nelle diverse civilizzazioni e fasi storiche”.

Capanne tra la vegetazione (Fondazione Benetton Studi e Ricerche http://www.fbsr.it/)

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