La seconda “R” messa in campo dal programma di decrescita di Latouche è “riconcettualizzare”, tappa fondamentale per ripensare e ridefinire molti dei valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo le nostre vite.
In particolare, dice Latouche, è necessario decostruire con la massima urgenza il binomio rarità/abbondanza, concetto fondante dell’immaginario economico, perché “l’economia trasforma l’abbondanza naturale in rarità con la creazione artificiale della mancanza e del bisogno attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione”.
Accade oggi per l’acqua, per gli OGM, per la terra e….per i giardini!
Moltissime persone infatti nelle nostre città ormai prive di verde e di spazi aperti vorrebbero un giardino, dove coltivare, sperimentare e dare sfogo al proprio pollice verde. D’altro lato invece ci sono forse altrettanti proprietari (privati e pubblici) che non sanno o non possono occuparsi del proprio giardino e hanno bisogno di pagare persone che lo curino e lo mantengano.
Una domanda e una offerta che non si sono mai incontrate in un meccanismo politico, economico e amministrativo che ha separato il territorio dalle comunità residenti per immetterlo nel mercato.
Ma rivedendo i valori, “riconcettualizzando” le situazioni, spostando i punti di vista è forse possibile fare un passo verso una economia partecipativa, dove l’unione fa la forza e ritrovarci tutti un po’ meno egoisti e un po’ più ricchi
In tema di orticoltura http://www.sharedearth.com/ è il sito dove scambio e condivisione sono le parole d’ordine messe in campo per realizzare il più grande giardino condiviso del pianeta.
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